“L’Avvenire” | Recensione (10.01.2011)

La bellissima Chiesa di San Gioacchino, nel quartiere Prati di Roma, è stata acusticamente valorizzata dall’insolito ed affascinante Concerto per Organo e Tromba del 9 gennaio 2011. Un consolidato Duo di eccezione, operante principalmente nell’ambito musicale veneto ma apprezzato e variamente impegnato a livello internazionale, ha catturato l’attenzione delle moltissime persone presenti, tra le quali anche molti giovani. Silvio Celeghin all’Organo e Fabiano Maniero alla Tromba hanno suonato nella cantoria sovrastante il portone d’ingresso, “celati” per così dire dall’imponente struttura organaria.

Proprio questa loro non visività ha accentuato la sonorità dell’esecuzione, risultata ancor più intensa e nitida perché non filtrata e condizionata dalla presenza scenica e dunque svincolata e libera di svilupparsi nella maestosità della struttura architettonica, di incunearsi tra colonne, pilastri e bifore, di invilupparsi nei raccolti e segreti spazi delle nicchie e delle cappelle.
In una percezione totalizzante, la dimensione musicale si è connessa con la dimensione artistica.

Ognuno dei presenti avrà sicuramente lasciato fluttuare le proprie ansie e le proprie aspettative sulla scia delle bellissime note che accompagnavano lo sguardo tra i pregevoli dipinti e le eleganti sculture.
La selezione delle partiture è risultata di notevole spessore ed anche sequenzialmente ben strutturata, con un’ampia temporalità compositiva che ha ripreso atmosfere tardo-barocche in perfetta sintonia con la caratterizzazione architettonico-decorativa della Chiesa.
Nel recupero della tradizione colta occidentale, sono stati proposti compositori noti e meno noti che, a partire dal 1500, hanno significativamente connotato la musica italiana a livello non solo organistico o sacro in particolare: Gabrielli, Pasquini, Albinoni, Vivaldi, Caccini, Ravanello ed il contemporaneo Mons. Marco Frisina, autore di uno splendido Magnificat la cui intensa esecuzione ha suggellato la maestosità e la profondità della tonalità minore.
Il programma è stato completato con una Suite natalizia.
Il Concerto si è sviluppato dinamicamente in un alternarsi di Organo e Tromba o di solo Organo. Alla particolare ed autonoma espressività dell’Organo si è variamente sovrapposta la “libertà” squillante della Tromba, quasi a svegliare di volta in volta l’avvolgente e rassicurante sonorità dominante dell’impianto tastieristico che regalava potenti effetti cadenzati e di bordone.

Il bis concesso dopo i convinti e lunghi applausi ha mutato lo scenario esecutivo.
La Tromba è magicamente apparsa davanti all’altare, l’Organo è rimasto distanziato nella parte alta della navata centrale, sopra il portone d’ingresso, una doppia provenienza sonora che ha determinato una diversa percezione della spazialità e della diffusione e riverberazione acustica.
A notevole distanza, i due esecutori hanno continuato a “dialogare” superbamente, mantenendo intatta la sincronia dei fraseggi ritmico-melodici.
Davvero un bel pomeriggio di musica ma anche di carica interiore, importante per iniziare bene il nuovo Anno.


Roma, 10 gennaio 2011 
Recensione di Serafina Gerace 
per il Giornale “L’Avvenire”

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